Nietzsche: “In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della storia del mondo: ma tutto durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire. Quando tutto sarà finito, non sarà avvenuto nulla di notevole”.

martedì 29 marzo 2011

Lampedusa e rischio epidemia



La situazione a Lampedusa sembra essere divenuta insostenibile, con una migrazione che ormai può essere definita un'invasione, che non a nulla a che vedere con l'integrazione, considerato che il numero di stranieri è superiore a quello dei residenti, dovrebbero essere i residenti ad integrarsi....
In una condizione simile è naturale che i residenti si sentano minacciati. La paura dello straniero è un istinto antichissimo, trovarsi invasi da un così grande numero di stranieri può certo causare paure, come quello di epidemie, che sembra essere un rischio reale, che può avvenire quando due popoli diversi si incontrano.
Capita che un virus in un organismo viva in equilibrio, senza causare la malattia, mentre in un altro può sviluppare la malattia, ovviamente non parlo di un qualche virus mortale, di solito ne viene un'influenza, in epoche passate avrebbe causato seri problemi, la popolazione più debole si sarebbe ammalata e quella più forte ne avrebbe preso il sopravvento secondo la legge della natura, ma oggi è diverso.
Tuttavia, questa paura dello straniero insieme a qualche caso di influenza potrebbe ben causare un'isteria di massa. E una paura non può essere combattuta con nessuna rassicurazione ragionevole, ma con la fede, e dal momento che la gente del posto si sente abbandonata dalle istituzioni, questo panico difficilmente riuscirà ad essere contenuto e le conseguenze sono imprevedibili e comunque non ne può venire nulla di buono.
Sulla paura dell'"uomo nero portatore di malattie infettive" potete leggere un precedente post qui.

Detto questo bisognerà nelle notizie che arrivano bisognerà vedere cosa c'è di vero e cosa è frutto della paura.
Considerato quando detto oggi, che le risorse scarseggiano e non c'è cibo per tutti la situazione può diventare veramente ingestibile, con segni di insofferenza da entrambe le parti, e potrebbe anche sfociare in un vero scontro tra popoli.... con tutto quello che ne può seguire.

Manduria la situazione non sembra più tanto controllabile e con altri arrivi la gestione diventerà sempre più difficile, cominciano a protestare, poiché, chissà quale tipo di accoglienza si erano aspettati spinti dal desiderio di una vita migliore, ora che cominciano a rendersi conto delle loro illusioni, chi può cerca di fuggire, altri manifestano, e cosa faranno una volta fuggiti?
Aggiornamento 02-04-2011
Fuga di massa dalla tendopoli di Manduria, scappato 2000 migranti, e intanto la Francia continua i respingimenti alla frontiera.

Forse chi non è mai stato a contatto con grossi gruppi di popolazioni diverse, può credere negli ideali di fratellanza, globalizzazione, aiuto reciproco, ma io, spesso ho notato che da parte di molti, vi è un odio verso l'italiano e l'Italia, dovuto anche ad una rabbia per la difficoltà d'integrazione, l'integrazione razziale, necessita di lunghi periodi, deve essere molto graduale, la paura dello straniero, un istinto vecchio di migliaia di anni non può essere abolito con un paio di leggi in una decina d'anni per seguire chissà quali ideali. Viene momentaneamente soppresso e cova sotto la cenere e prima o poi, quando si presenterà l'occasione verrà fuori in maniera incontrollata, la natura è razzista,  bisogna tenerne conto e scendere a compromessi con essa, per evitare esplosioni di istinti incontrollati contro i quali la propaganda nulla potrà fare.
Dal nazismo il pendolo è oscillato nel senso opposto verso  un'eccessiva apertura, poiché, nessuno vuole essere chiamato razzista, è una brutta cosa, ma ora bisogna aspettarsi una nuova oscillazione verso il senso opposto e quindi in comportamenti xenofobi.

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